AUSTRIA: un break veloce a Vienna

Ci avanzavano 5 giorni e non ho mai nascosto il mio amore per le città europee d’inverno. Lo scorso anno avevamo optato per Parigi (quando questo blog ancora non esisteva e prima o poi recupereremo)(anzi, recuperiamo subito), quindi stavolta abbiamo scelto di sentirci più imperiali e siamo volati a Vienna.

Una domanda avevo fatto a chi c’era già stato: ‘Ma troverò un tempaccio?’
‘Maffiguratiiiii, a Vienna non nevica praticamente mai, vai tranquilla’.
Indovinate chi ha beccato CINQUE-GIORNI-CINQUE DI NEVE? Ecco.

Testimonianze di Neve ed Entusiasmo

Quindi la nostra esperienza è come sempre filtrata dalla sfiga.

Vienna, comunque, è… inaspettata.
Me la immaginavo rigida e rigorosa, e lo è, ma nell’accezione più positiva di questi termini, quindi per me è stato un grande win.

Non ha senso che vi spieghi giorno per giorno cosa abbiamo fatto, perché fondamentalmente abbiamo tarato tutto sulla base delle intemperie, ma Vienna si gira facile, soprattutto grazie a Uber, quindi andare e camminate a caso.

SCHÖNBRUNN – Il palazzo estivo della principessa Sissi, da non confondersi con Betty, che ancora regna e a questo credo lo farà per sempre. Probabilmente per essere regina o principessa devi chiamarti Elisabetta, altrimenti l’iter è un casino. Ma dicevamo, Sissi. Sissi passava le giornate a pettinarsi i capelli, a camminare in giro per il parco di casa sua e ad annoiarsi. Difficile non empatizzare, nonostante fosse ufficialmente riconosciuta come una STRONZA (ah, sorella, abbracciamoci). Il palazzo è agilmente prenotabile online anche il giorno prima e santiddio FATELO che ci manca solo il far la fila sotto la neve, manco fossimo Remì. Noi abbiamo optato per il Gran Tour, il che ci ha permesso di girare per le varie stanze immaginando di dare balli e ricevimenti anche nei bagni. Gli arredi sono originali e trasudano eleganza e austerità da ogni poro, principalmente perché il buon Francesco Giuseppe era un uomo modesto che viveva nell’essenzialità. Certo, 1441 stanze, però giuro, essenzialissime. La differenza con Versailles, per dire, è lampante. Pare che Francesco Giuseppe si alzasse tipo alle 4 di mattina e lavorasse fino a notte fonda, perché si considerava un servitore del popolo. Oh, a me sta simpatico, sarà la barba.

La Grande Galleria

BELVEDERE – Il Belvedere è come Bergamo: c’è quello inferiore e quello superiore. Noi abbiamo visto entrambi in due giorni diversi, dato che il biglietto lo consente, così non ti devi ammazzare a fare tutto in un giorno. Voglio dire, la civiltà si nota anche da queste piccole cose. Nel superiore c’è la permanente di Klimt e altri capolavori tipo Schiele, Kokoschka e diversi pezzi interessanti d’arte barocca (presente Napoleone in sella al suo cavallo che imbirrazzisce? Ecco, quello). Nell’inferiore, le scuderie e l’arte medievale.

HOFBURG PALACE – Tecnicamente è la residenza del Presidente federale austriaco, in pratica è l’ennesimo museo dedicato a Sissi (carino) e, soprattutto, sede del museo delle Argenterie di Corte. So cosa state pensando: che due coglioni ti prego, no. E invece anche io partivo scoglionatissima scettica (vi lascio immaginare Andrea e l’altro ragazzo della coppia di amici che sono venuti con noi…), salvo poi rivelarsi una piacevolissima visita. Chiaro, se il vostro cuore non batte per le porcellane decorate, potreste trovare il tutto leggermente fastidioso. Ma allora in generale Vienna potrebbe esservi insostenibile e non ci dovreste maimaimai mettere piede (saluto caldamente l’Ente del turismo Viennese).

STEPHANSDOM – Il Duomo di Vienna. Come tutti gli edifici gotici non è esattamente il posto più sereno e luminoso che vedrete, ma a me il gotico piace da impazzire e tutto sommato la pianta non è tra le più claustrofobiche che ho visto. La guglia medievale del campanile è tra le più alte al mondo e ve lo dico così non vi congelate le mani mentre cercate di far stare il corpo della chiesa e il campanile in un’unica foto fatta con lo smartphone: non ce la farete mai, o vi comprate una reflex od optate per una cartolina. Le vostre dita mi ringrazieranno.


Stephansdom

KUNSTHISTORISCHES MUSEUM – Per gli amici, il museo d’arte. C’è di tutto: arte egizia, orientale, decorativa, numismatica… Chiaro, il richiamo della pittura veneta è sempre fortissimo e sì, PRIMA O POI LA SERENISSIMA RISORGERA’ E CONQUISTEREMO TUTTO.

HUNTERWASSER – Hundertwasser haus e Kunsthaus. Sono famosissime e tra i posti più turistici di Vienna. Molto carine, molto particolari, molto Alice in wonderland. Si visitano in poco tempo e potete fare le foto simpatiche perfette per Instagram. Se non nevica. QUINDI NIENTE, FATE FOTO ANCHE PER ME.

HEERESGESCHICHTLICHES MUSEUM – Museo della storia militare che spero di aver scritto bene, altrimenti vengono qui e mi picchiano. Perché no, il personale non è molto amichevole. Sarà che devono tenere la parte, boh. Il museo, però, ah, signora mia: un capolavoro. La parte contemporanea è meravigliosa e ricchissima di informazioni. Devo dire che un paio di slideshow di foto di gente impiccata o menomata dalle bombe mi perseguita ancora di notte, ma lo considero comunque imperdibile. Non si trovano molte info su questo museo, e quel poco si concentra sull’enorme tenda turca dell’assedio del 1683 (figa, lo ammetto) e sull’auto su cui fu assassinato l’arciduca Francesco Ferdinando (le avete fatte tutti le medie, giusto?). E sì, ok, tutto vero e tutto bello, ma la parte dedicata alle due guerre mondiali toglie letteralmente il fiato. Attraverso percorsi – ricostruzione di passaggi in trincea, bombe che cadono, aerei sospesi, ospedali di guerra ci si immerge completamente nella storia di quei periodi. Alla modica cifra di 6€. Brividi, amici, brividi veri.

Ciao. Sono l’inizio della prima Guerra Mondiale.

SACHER – La questione Sacher a Vienna è come la diatriba arancino-arancina in Sicilia: la paternità della pietanza varia a seconda che tu faccia la domanda a Palermo o a Catania. A Vienna sui dolci se la giocano il Cafè Sacher (perché il marketing è tutto…) e il Demel. Noi abbiamo optato per il Demel principalmente per questioni estetiche: il locale è magnifico, in un palazzo a tre piani, con tantissimi tavolini e un’atmosfera incredibile. Insomma, più possibilità di sedersi in tempi ‘brevi’. Poi chiaro, mettete in conto almeno un’oretta e mezza/due tra attesa e consumazione. Tra sacher, mini sacher, schwarzwälder kirschtorte e altri dolci, c’è proprio l’imbarazzo della scelta (imbarazzo risolto ordinando… ehm… tutto).

Testimonianza di dolcezza

EXTRACapitolo schnitzel: si mangia ovunque, non solo da Figlmuller. A Vienna ce ne sono due, uno è quello storico in una viuzza tipo Harry Potter e uno boh. Ora, il tutto è un po’ troppo turistico, quindi abbiamo evitato, anche perché, come detto in apertura, si mangia davvero ovunque. Io mi sono innamorata del contorno di patate che ti spacciano ovunque: non so cosa ci sia dentro, ma ora ne sono dipendente.
Capitolo locali serali: io mi sono innamorata di un posto jazz-hipster chiamato Cafè Malipop. La vecchina padrona è allo stesso tempo la più figa e la più incarognita del mondo: io ovviamente voglio diventare così da vecchia.

Abbiamo lasciato fuori un po’ di roba overrated (dai, raga, il Prater è un lunapark, anche no), ma il tempo era quello che era e comunque abbiamo passato un sacco di tempo mangiando.
Non mi sono pesata dopo questi 5 giorni: vi consiglio di fare lo stesso.


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