Vi spaventa lanciarvi nel sud-est asiatico?
E’ più facile di quanto sembri, bastano le info giusto e un po’ di calma serafica.

LINGUE: Bahasa Indonesia, ma tranquillo: l’inglese è diffuso nelle aree turistiche che vanno via via ampliandosi. E se non sanno parlare inglese vi aiuteranno in tutti modi, quindi davvero: no problem.
RELIGIONI: plurale! Sì, perché le religioni riconosciute sono la musulmana (la principale), la protestante, la cattolica, l’induista, la buddista e il confucianesimo.
VISTO: esistono diversi tipi di visti, ma se state meno di 30 giorni vi basterà avere il passaporto con almeno 6 mesi di validità e avere già il biglietto di ritorno per ottenere la free visa. Zero sbattimenti, zero pagamenti, si fa tutto all’arrivo lì: all’aeroporto però non seguite la linea che dice VOA/VISA ON ARRIVAL, di questa ne parliamo tra poco.
La free visa è legge in tutta l’Indonesia, ma se entrate o uscite da posti e aeroporti minori potrebbero esserci dei rallentamenti.
Se invece pianificate di stare più di 30 giorni (ma massimo 60) dovete pagare all’arrivo 35 $. Questa è la visa on arrival e ha dei banchi dedicati, diversi dalla free visa.
MONETA e PAGAMENTI: Rupia Indonesiana (Rp. o IDR). Controllate il cambio ma un euro al momento vale circa 15.800 rupie.
Quindi sì, girerete con UN SACCO di contanti. Purtroppo gli sportelli bancomat non permettono di prelevare moltissimo (generalmente poco più di un milione di rupie, negli aeroporti due milioni), ma i contanti vi serviranno solo per i mercati e per pagare le escursioni e i trasfer. Vitto e alloggio possono essere coperti con carte e bancomat.
Non cito i money changer perché non voglio credere che nel XXI secolo ci sia ancora gente che li usa.

SPOSTAMENTI: in Indonesia si guida a sinistra. In aggiunta a questo va detto che i piloti indonesiani (perché non sono guidatori, sono piloti, sono giunta a questa conclusione) sono completamente pazzi decisamente sportivi.
Noleggiare uno scooter va dalle 50.000 Rp alle 70.000 Rp e la benzina (cercate la scritta Pertamina) si può trovare sia in ‘bottiglie’ che in distributori di varie forme e dimensioni. Il costo, comunque, è estremamente più basso rispetto all’Italia, quindi evviva evviva.
Se volete affidarvi alla guida altrui, avete diverse opzioni:
– i driver privati che vi scorteranno ovunque per cifre contrattabili (tutta la giornata si aggira attorno alle 600.000 Rp).
– i taxi, soprattutto a Bali, sono gestiti da Blue Bird che offre anche un’app
– altre app, come Grab: in pratica è l’Uber locale. Occhio che però non sono ben visti a Ubud
– i becak, una sorta di tuk-tuk, chiaramente per spostamenti cittadini
– i cidomo, gli horse cart delle Gili, dato che le isole non sono motorizzate. Il costo dei cidomo, se paragonato al resto delle spese che affronterete, è FOLLE: parliamo di 150.000 Rp (10 euro, eh) per una corsa anche solo di pochi minuti.
E per le isole? Giusto, c’è da arrivare anche sulle isole.
Ci sono le barche pubbliche a costi veramente irrisori, che però partono solo quando sono piene.
L’ottima alternativa sono le fast boat, barche più grosse, più organizzate e meno in balia degli elementi. Noi ci siamo affidati alla Bluewater Express per raggiungere Gili Air.
Nota di colore: Gili Air ha un molo per l’attracco, Gili T e Lombok no, quindi sbarcherete sulla spiaggia/nell’acqua e lo stesso faranno i vostri bagagli. Le scarpine col tacco lasciatele in valigia (o meglio ancora a casa).

INTERNET: noi non abbiamo acquistato una sim dati locale visto che ogni ristorante e ogni albergo è dotato di wifi gratuita e ottimamente funzionante. Da quanto abbiamo visto, con circa 60.000 Rp (circa 4 euro) si può avere un pacchetto da 4,5 GB. Qui trovate tutte le offerte, nel caso non possiate vivere sconnessi.
Ottimi consigli, noi partiamo ad Agosto per Bali e Moyo island.
Terremo a mente i tuoi suggerimenti.
ottimo post, descritto veramente bene
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